Area Grecanica

L’Area Grecanica ha un microclima costiero adatto alla coltivazione di agrumi ed in particolare del bergamotto, definito l’oro verde, dal quale si estrae l’essenza base naturale della più raffinata produzione profumiera mondiale.

L’essenza del bergamotto viene non solo utilizzata per fissare la fragranza dei profumi più raffinati ma è anche agente normalizzante delle pelli grasse nei prodotti per la cura della persona. Negli ultimi anni creativi chef e maestri pasticceri reggini hanno elaborato dolci, gelati, liquori e canditi e lo utilizzano insieme ad altri agrumi anche nelle preparazioni gastronomiche.

La Calabria, prima produttrice mondiale di bergamotto, detiene un primato al quale non vuole e non deve rinunciare. Mentre le campagne si spopolano miseramente, le aziende agricole a gestione familiare continuano a boccheggiare nell’oceano della distribuzione organizzata. Pochi sono oggi i coraggiosi che a fatica lottano affinché i tesori della nostra terra vengano valorizzati e non diventino appannaggio di una produzione condotta in provetta. Il valore ecologico del bergamotto rimane indiscusso, e gia durante il precedente Governo Prodi è stato ampiamente sottolineato, tanto che le parti sociali si sono attivate per salvaguardarne la coltivazione e per dare una maggiore enfasi alla sua difesa e valorizzazione concreta.

Il prezioso agrume, nato dall’incrocio naturale tra l’arancio amaro e il limone o forse la limetta acida, il cui nome pare derivi dal nome turco beg àrmodi (pero del signore), viene coltivato in varie parti del mondo, Costa d’Avorio, Argentina, Brasile, ma trova il suo habitat più idoneo ed esclusivo lungo la sottile striscia di terra, di poco più di cento chilometri situata tra Villa San Giovanni e Monasterace, compresa tra le propaggini estreme dell’Aspromonte e i mari Jonio e Tirreno, in provincia di Reggio Calabria.

E’ qui che infatti fruttifica con la migliore resa ed è dalla nostra produzione che deriva un’incomparabile qualità di essenza non riproducibile in nessun’altra parte del globo terracqueo. Pare che ciò sia dovuto alle irripetibili condizioni climatiche ed al terreno particolarmente idoneo: l’area in cui esso viene prodotto è una fascia costiera pianeggiante, riparata dal forte vento dello stretto di Messina grazie alle colline circostanti.

Il Bergamotto

Sembra che l’origine del bergamotto sia molto più antica di quello che si è scritto fino ad oggi. Nelle tombe egizie, è stato trovato l’olio di bergamotto misto ad aloe, usato per inumare i cadaveri. A Salerno, in una tomba di epoca romana, è stato trovato un unguentario con tracce di essenza di bergamotto. Pare comunque che sia stato importato in Europa da Cristoforo Colombo, di ritorno dai suoi viaggi. Una leggenda narra che nel 1400 ne fu innestata una pianta in un giardino dei signori Valentino, in contrada S. Caterina, i quali avrebbero acquistato per 18 scudi il primo alberello di bergamotto da un moro di Spagna. Il merito di aver impiantato intorno al 1750 il primo alberello a Reggio Calabria pare appartenga a Nicola Parisi.

La Pianta. L’albero del bergamotto appartiene alla famiglia delle  rutacee, e può raggiungere i tre metri di altezza. Il fiore del bergamotto viene chiamato con il nome di zagara: dalla voce siciliana dell’arabo zahara, “fiore”; per questo il fiore del bergamotto distingue Reggio Calabria come <<città della zagara>>. Il suo frutto è più piccolo di un’arancia media, la buccia è sottile, liscia e va dal verde al  color giallo limone, con il progredire della maturazione. Il suo peso varia dagli 80 ai 200 grammi.

La superficie oggi coltivata a bergamotto è di circa 1.500 Ha., con una produzione media di 100.000 kg. di essenza. Per ottenere un kg. di essenza occorrono 200 kg. di frutti.

La Calabria è leader nella coltivazione, produzione e commercializzazione della sua essenza, che per oltre 50 anni ne ha sostenuto l’economia, rappresentando un raro momento di imprenditorialità agricola di grande valenza soprattutto per l’industria profumiera internazionale, la cui indispensabile funzione è non solo di fissare il bouquetaromatico dei profumi, ma anche di armonizzare le altre essenze contenute, esaltando le note di freschezza e fragranza.

Esso può essere senza dubbio annoverato tra i tesori della nostra regione, perché la sua coltura oltre ad avere un’importanza economica, vi conferisce anche enorme prestigio la straordinaria ed esclusiva ambientazione.

 

I SUOI UTILIZZI

E’ noto che l’essenza di Bergamotto, costituita da circa 345 sostanze chimiche, vanta proprietà balsamiche, riattivanti la circolazione, antireumatiche, antinfiammatorie, disinfettanti e cicatrizzanti. Viene per queste virtù largamente utilizzata in medicina, dove viene sfruttato il suo potere antisettico e antibatterico, con largo utilizzo nella sepsi chirurgica, in odontoiatria, oftalmologia, ginecologia, dermatologia, tanto da essere inserita nelle farmacopee di diversi paesi.

Il suo uso viene esteso alla dermocosmesi nella prevenzione e nel contrasto della caduta dei capelli, nonché in dermatologia, per la disinfezione del viso in caso di acne pustolosa e nella detersione di pelli grasse ed impure cui facilita la normalizzazione della esecrezione sebacea. In generale l’essenza ha anche effetti antiparassitari ed insettifughi.

L’essenza viene inoltre usata in farmaceutica come corrigende dell’odore dei medicamenti per uso esterno, come antisettico e cicatrizzante e in ultimo come vermifugo. I primi studi sull’impiego dell’essenza di Bergamotto quale rimedio terapeutico risalgono al 1804, quando un medico calabrese Francesco Calabrò pubblicò la tesi di dottorato presso l’Università di Pavia dal titolo“Della balsamica virtù dell’essenza di Bergamotto nelle ferite“, in cui esprimeva appunto le proprietà antisettiche e cicatrizzanti del prodotto.

Il suo carattere poliedrico ben si manifesta se consideriamo l’impiego del frutto nell’industria alimentare come aromatizzante di caramelle, torroni, liquori e canditi. Tipica produzione calabrese sono il gelato al bergamottoed il delizioso bergamino, liquore molto apprezzato insieme alla grappa realizzata combinando il frutto con diverse qualità di vinacce ed all’amaro, infuso preparato con le scorze di bergamotto e alcune erbe.  

Anticamente il frutto svuotato ed essiccato veniva usato nella regione come tabacchiera ideale in quanto aromatizzava il tabacco e nel contempo ne manteneva la giusta umidità. Ancora oggi, con la buccia vengono realizzati originali oggetti, come le caratteristiche tabacchiere di Varapodio (RC).

Dal 1999 l’Olio essenziale di Bergamotto di Reggio Calabria ricavato dalla sua scorza ha ottenuto la DOP. E’ dunque meritato l’appellativo di  ”oro verde”, ed è nostro dovere far si che questo bene, dono di Dio alla nostra terra, non venga trascurato.

E’appunto il Consorzio del bergamotto di Reggio Calabria ad occuparsi della sua promozione, tutela e valorizzazione, riunendo oggi la maggior parte dei suoi produttori.

Iniziativa lodevole dell’amministrazione provinciale nell’ambito del Piano triennale delle opere pubbliche 2007-2009, tesa a salvaguardare il bergamotto è la realizzazione a Reggio Calabria di un parco, nei pressi della fiumara Calopinace, tra i rioni di Spirito Santo e San Cristoforo. “Il Parco provinciale del bergamotto” contribuirà a preservare e valorizzare diverse centinaia di piante – afferma Omar Minniti – e a favorire su questa fetta di territorio forme di sviluppo eco-compatibile, grazie all’afflusso di scolaresche e turisti che lo visiteranno”. Secondo il capogruppo del Prc, l’opera permetterà, inoltre, “di divulgare le molteplici applicazioni che vedono il bergamotto protagonista, dalla gastronomia alla cosmesi, dalla medicina all’artigianato.”

L’idea è destinare una parte del parco a stand espositivi, dove sarà possibile la degustazione e la vendita di derivati del bergamotto, con il coinvolgimento delle imprese e delle associazioni operanti nel settore che faranno da sponsor a questo frutto che rende unico il territorio reggino nel mondo, promuovendone i molteplici usi che si possono fare. Una di queste è la fondazione “Bergamore”, promossa dalla Provincia di Reggio, il cui rilancio dovrà essere uno degli obiettivi primari dell’ente.

“L’ubicazione del parco nell’area tra il Calopinace e i quartieri di Spirito Santo e Cannavò – aggiunge Barillà – darebbe non solo la possibilità di salvaguardare un segmento simbolicamente efficace di identità e di continuità paesaggistica e di rispondere al bisogno di natura dei cittadini, ma anche di mettere “a portata di visita” per i turisti una risorsa identitaria del nostro territorio, altrimenti disponibile solo in aree periferiche.”

Una progettualità positiva è all’orizzonte, dunque, che rinfranca e sprona a continuare tutti coloro che del bergamotto non hanno fatto solo un business, ma a cui hanno attribuito un valore che non è economico, ma tradizione, cultura, amore per le cose vere di casa nostra, ed ancora tutti coloro per cui casa non è il proprio pezzetto di terra soltanto ma anche il mondo stesso, con il suo prezioso ecosistema, al cui mantenimento le braccia e le menti reggine vogliono poter ancora contribuire.

Il bergamotto si può definire frutto estremamente generoso per la sua polivalenza in parecchi settori: nell’industriacosmetica il suo olio costituisce non solo l’ingrediente fondamentale dell’acqua di colonia, ma serve anche a favorire l’abbronzatura, a purificare e deodorare la pelle e le zone ascellari, a disinfettare gradualmente la cavità orale e le zone del viso affette da pustole, a normalizzare le pelli grasse troppo ricche di sebo.

Il Vino Greco di Bianco

Il romanziere svizzero Joseph Victor Widmann, nella seconda metà dell’Ottocento, in un volume dedicato al suo viaggio in Calabria scrisse: «In genere in Calabria non si può tener conto della propria dieta. I cibi vengono preparati per bene. Però il vino! Mai durante i miei viaggi ne ho bevuto di migliore.>>

Non a caso la Calabria veniva anticamente chiamata dai greci Enotria, terra del vino. Tale termine viene utilizzato in modo inappropriato per indicare tutta l’Italia. Ad abitare la nostra meravigliosa terra, sin dall’era preellenica, furono infatti gli Enotri, (coltivatori di vite) e gli Itali che occupavano la parte compresa tra il golfo di Sant’Eufemia e quello di Squillace. A regnare era il mitico Italo, re dell’Enotria. Fu in suo onore che a questa regione venne dato il nome di  Italia, appellativo esteso poi a tutta la penisola.

Il Greco è un vino che proviene da un vitigno molto particolare, un passito dotato di eccezionali finezze organolettiche, oggi di Denominazione di Origine Controllata.

E’ritenuto il vino più antico d’Italia, insieme al Moscato di Siracusa. Pare che il primo tralcio sia arrivato in Calabria, a Bianco, importato già nel VII secolo A.c. (27 secoli fa!) quando alcuni coloni della Locride, un antica regione della Grecia centrale, sbarcarono nei pressi del promontorio Zefirio, oggi Capo Bruzzano.

Il mito vuole che il vino prodotto da tali vitigni abbia dei particolari poteri rigeneranti sia a livello fisico che mentale. Si narra ad esempio che nella battaglia di Sagra, combattuta tra Locresi e Crotonesi,  vinsero i primi, anche se in netta  minoranza, solo per aver bevuto il Greco che diede loro forza fisica e infuse coraggio. Nel corso dei secoli, tale vino venne richiesto per presenziare tutte le tavole aristocratiche romane, e le sue proprietà, anche afrodisiache, furono ampiamente decantate: ne rimane memoria in un iscrizione muraria rinvenuta a Pompei. Verso fine ottocento, epoca più recente alla nostra, venne testimoniato che un medico lo prescrisse come ricostituente ai malarici. E ancora, a testimonianza della fama di tale vino, abbiamo le citazioni di Virgilio e di Plinio il Vecchio che lodarono tale bevanda dolce e nobile a più riprese.

Oggi il Nettare degli Dei, un vino dal colore giallo intenso con riflessi dorati, è, per noi, una bevanda deliziosa da fine pasto; da gustare con dolci di pasta di mandorle o con i fichi secchi “dottati” della Calabria, accompagna maestosamente il panforte di Siena ed esalta il sapore dei formaggi cremosi o piccanti a pasta dura. Una gemma enologica dal sapore intenso e persistente con forti sentori di zagara e frutta, dal gusto caldo ed elegante, con note di fichi miele e mandorle, complesso al primo palato ma con un retrogusto leggermente speziato e pulito.

Un vino prezioso tanto per il suo gusto quanto per la rarità dei suoi vigneti. Infatti, ha un uva difficile da riprodurre in altri ambiti territoriali, perché la pianta  non attecchisce ovunque. Molti tentativi sono stati fatti in tal senso,  dai migliori esperti in materia, che però non hanno saputo ricreare quelle condizioni pedoclimatiche che sono particolari dei paesi di Bianco e Gerace,  dove i vigneti esistono da secoli.

Il terreno che li ospita, di fine argilla bianca, durante le torride estati, riesce a trattenere una quantità di umidità appena sufficiente per permettere alle viti di produrre gli acini.  I vitigni,  posizionati quasi a ridosso della costa, sono ventilati da brezze marine quasi incessanti e sfruttate intelligentemente  dall’esperienza secolare dei coltivatori bianchesi che sono arrivati nel tempo, all’elaborazione di metodi di coltivazione e di pota, unici in Calabria.

Insomma, Il Greco di Bianco è un vino speciale, molto longevo, che può essere conservato anche 10 anni in cantina, coricato affinché il tappo non si asciughi e al buio. Non può essere messo in commercio se non dopo un anno dalla sua vendemmia, ma raggiunge il suo gusto ottimale dopo 5-8 anni e dovrebbe essere gustato in calici a tulipano a 10-12 gradi. Gli acini da cui deriva vengono appassiti su graticci di canne o su essiccatoi ad aria forzata per 8/10 giorni, in modo da concentrarne gli zuccheri, fino a quando non si è registrato un calo minimo di volume del 35%. Raggiunta la gradazione minima di 17° C, viene immesso in commercio, nella caratteristica bottiglia arrotondata, la “pulcianella”.

Vino considerato dolce, ma dalla carica zuccherina gentile, che non deve mancare sulle tavole importanti e nelle occasioni indimenticabili, ha tutto il sapore della nostra bella terra e della sua parte nobile. Il Greco racchiude la forza e il carattere calabro: dolce al palato ma deciso e intenso.

Sportello “InformaTi & IntegraTi”

PROGETTO AVVIATO IL 03-09-2012

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I VOLONTARI SONO:

BATTAGLIA FRANCESCO

DESTELLE PATRICIA

BERTUCCIO MARIA MICHELA

GERMANO’ MARIANGELA

 

OBIETTIVI GENERALI

  1. a)Implementazione dei servizi informativi e di orientamento;
  2. b)Favorire l’integrazione dei giovani immigrati presenti nel territorio comunale di Reggio Calabria;
  3. c)Prevenire l’emarginazione dei giovani immigrati con particolare attenzione all’isolamento sociale, culturale e lavorativo.
  4. d)Prevenire nel comune di Reggio Calabria, il manifestarsi di fenomeni di devianza legati all’inserimento sociale e lavorativo dei giovani immigrati.

 

OBIETTIVI SPECIFICI

  1. a)Favorire l’integrazione di una delle fasce più deboli e destrutturate della popolazione di Reggio Calabria, quella immigrata;
  2. b)Facilitare l’incontro tra domanda ed offerta di lavoro/formazione sul territorio attraverso sostegno individuale offerto all’utenza per: elaborazione curriculum vitae, lettera di presentazione, monitoraggio offerte di lavoro/formazione/tempo libero ed altri servizi;
  3. c)Potenziare l’attività di comunicazione sul territorio;
  4. d)Promuovere, qualificare e sviluppare la rappresentanza degli enti di servizio civile, nel rapporto con l’Amministrazione Comunale.

 

OBIETTIVI RIVOLTI AI VOLONTARI

  1. a)Formazione ai valori dell’impegno civico;
  2. b)Affiancamento degli operatori esperti per acquisire nozioni, capacità e autonomia nello svolgimento dello sportello informativo;
  3. c)Acquisire capacità di tipo relazionale con utenza di diverse culture;
  4. d)Sviluppare le proprie capacità e attitudini personali.

 

RISULTATI ATTESI

  1. a)Integrazione sociale dei giovani stranieri;
  2. b)Incremento dell’offerta di servizi integrati rivolti alla popolazione giovanile immigrata.